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La nostra storia 

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La Nostra Storia 

Il primo laboratorio fu aperto da Martino Barsanti a Pietrasanta nel 1882.
Di carattere avventuroso e ambizioso, Martino decise fin da subito di andare a cercare commesse oltreoceano aprendo un notevole mercato per il marmo e i suoi manufatti sia in Centro America che in Sud America e negli Stati Uniti.

Il figlio Amerigo portò avanti l’attività senza sostanziali modifiche producendo opere scultoree e architettoniche in grande maggioranza a carattere sacro.

Nella seconda metà del 900 il nipote Gino prende in mano l’azienda e fonda, all’interno del laboratorio a ferro di cavallo, uno spazio che affianca alla lavorazione del marmo, quella del mosaico veneziano e del bronzo con la tecnica a cera persa.

Dal 1994 con Emanuele, ultimo erede della famiglia Barsanti, si arriva alla quarta generazione. L’attività continua forte di una centenaria esperienza, di un ricco archivio fotografico con migliaia di lastre e negativi e di una vasta gipsoteca a disposizione per soddisfare ogni eventuale richiesta.
 
In più di un secolo di attività l’azienda ha prodotto centinaia e centinaia di opere.
Tra queste, gli arredi interni realizzati per : St. Patrick’s Cathedral di New York, NY (USA); St. Matthew’s Cathedral di Washington, D.C. (USA); Holy Rosary Cathedral di Toledo, OH (USA); Iglesia del Sagrado Corazon di Guatemala City (Guatemala); Basilica del SS. Rosario di Buenos Aires (Argentina); i mosaici all’ interno della Iglesia San Tarcisio e un “Indios” in bronzo di m.9 di altezza per il Museo Ciudad de Dios entrambi nella città di Maracaibo (Venezuela).
 
Opere a firma “Barsanti” sono state esportate anche per gli Istituti Salesiani in estremo Oriente.
Numerose sono anche le opere artistiche a carattere “non religioso” in marmo, bronzo e mosaico che la ditta ha prodotto. Ne troviamo esempio presso il Caesars Palace Hotel di Las Vegas, NE (USA) e sulle navi da crociera della Royal Caribbean Cruise Line.
La raccolta dei Copialettere del  Laboratorio Barsanti
I Copialettere conservati nell’archivio della ditta “Barsanti Marble Bronze Mosaic” dalla famiglia Barsanti, costituiscono la base di questo lavoro di ricerca, una documentazione preziosa che ci fornisce una grande quantità di informazioni sullo sviluppo della lavorazione artistica del marmo a Pietrasanta tra il 1884 e il 1952.

Si tratta di una cospicua raccolta di missive commerciali, distribuite in 155 volumi numerati secondo un ordine cronologico, ognuno composto da 500 “mezzi fogli” anch’essi numerati, ciascuno dei quali a volte contiene anche più di una missiva. Le numerose missive conservate permettono di far dialogare la microstoria personale di un imprenditore coraggioso, come Martino Barsanti, con la macrostoria socio-economica del comprensorio versiliese.

I Copialettere si delineano quindi come una fonte d’eccezione in grado di illuminare la storia dello sviluppo dell’artigianato marmifero pietrasantino, finora pressochè sconosciuta e poco indagata nel suo periodo iniziale. La raccolta epistolare ci fornisce infatti informazioni sulla fitta rete di rapporti umani e commerciali che legò imprenditori pietrasantini e stranieri tra Otto e Novecento, relazioni d’affari che fecero decollare il settore lapideo locale.

Pur essendo composta esclusivamente dalle lettere inviate dal laboratorio e non da quelle ricevute, è possibile ugualmente collegare mittenti e destinatari, seguire la storia delle commesse, i prezzi praticati, i manufatti richiesti, i gusti vigenti, le personalità coinvolte di artisti, artigiani e titolari di laboratori. Analizzando con attenzione le informazioni contenute nel carteggio, è possibile ricostruire, come con i tasselli di un puzzle, la storia della lavorazione del marmo a Pietrasanta.

Tutto ciò esattamente a partire dal periodo in cui essa prende avvio e si afferma sia come principale fonte economica della zona sia come tratto distintivo e caratterizzante, da allora l’identità socio-culturale di Pietrasanta. Proprio la grande quantità di missive, che riguardano circa settant’anni di attività del laboratorio Barsanti, e il volume di informazioni in esse contenute ha indotto a delimitare il campo di ricerca.

Si è scelto un periodo ben definito, cioè quello che va dalla fondazione dell’attività da parte di Martino Barsanti al passaggio dell’impresa al figlio Amerigo, cioè dal 1884 al 1922-232 . Si è preferito così soffermarsi sul periodo “eroico”, “pionieristico” dei primi grandi laboratori e del loro affermarsi in campo internazionale, gettando le fondamenta della fama artistico-artigianale di cui la città tuttora gode.
FONTE: Lisa Mancini
Immagini e gessi: la richezza di un laboratorio
Il vero punto di forza di un laboratorio e segno di distinzione rispetto agli altri atelier era, come è stato già evidenziato, la collezione di soggetti riproducibili, disponibili sotto forma di fotografie e gessi. La fotografia risultava infatti il punto di partenza per qualsiasi lavoro, strumento essenziale perchè su di essa lo scultore si basava per trarne un modello nel caso il laboratorio ne fosse privo. Le foto dei modelli eseguiti venivano inviate ai committenti affinché essi potessero scegliere il soggetto desiderato. Gli scatti erano effettuati anche ai modelli in creta, le immagini così realizzate venivano spedite in modo che il cliente potesse verificarne la corrispondenza alla richiesta o suggerirne eventuali modifiche. Dal carteggio Barsanti risulta anche che venivano mandate al laboratorio fotografie di personaggi da cui trarre il ritratto, alle volte immagini riprese persino da “vero cadavere”. Notevole era l’impegno economico necessario sia per realizzare gli scatti che la loro stampa.  sculture eseguite.
 Le numerose foto prodotte e acquisite nel tempo dal laboratorio venivano conservate e raccolte in album. Barsanti teneva aggiornati questi raccoglitori di cui aveva una copia, oltre che nel laboratorio di Pietrasanta, anche nelle sue filiali estere. Spedendo via via nuove fotografie ai suoi agenti e soci, Martino assegnava la medesima numerazione di quelle presenti nell’album della sede, in modo che per gli ordini sarebbe bastato citare il numero di catalogazione dell’immagine. L’autore di gran parte del materiale fotografico, riproducente lavori prodotti nel laboratorio di Martino Barsanti, fu Guglielmo Della Nave, fotografo di fiducia sia di Martino che di altri laboratori di Pietrasanta. Costui, pisano con studio a Massa, presente nel carteggio Barsanti dal 1895 al 1917 circa, frequentava Pietrasanta e i suoi laboratori abitualmente il sabato per fotografare sia opere finite che in esecuzione, così come i modelli in gesso che man mano entravano a far parte della collezione dello studio. Da alcune immagini si capisce che veniva addirittura allestito una specie di set: dietro alle opere da fotografare si stendeva un panno nero in modo che potessero risaltare meglio le sculture eseguite.
FONTE: Lisa Mancini
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Per ottenere un preventivo è sufficiente inviarci una richiesta, allegando un disegno o una foto dell’opera che si intende riprodurre, con specificate le dimensioni.

In mancanza di vostre foto o disegni possiamo mettere a disposizione i nostri modelli attingendo dall’archivio fotografico e dalla vasta gipsoteca, che vantano migliaia di soggetti.

Su specifica richiesta curiamo la riproduzione in scala di progetti scultorei, plasmando la creta e formando gessi, che verranno poi utilizzati come modelli per le opere da scolpire in marmo o fondere in bronzo.

Inoltre lavoriamo a stretto contatto con il Cliente, collaborando alla realizzazione di progetti architettonici, mettendo a completa disposizione le nostra centenaria esperienza maturata nel settore artistico.